Il lavaggio ultrasonico o ultrasonoro.
Spesso vediamo parlare di lavaggio sonico o ultrasonico come se stessimo descrivendo un ammasso di bollicine impazzite che per un misterioso effetto, la cavitazione, puliscono più o meno miracolosamente oggetti immessi in una vasca piena d’acqua.
E’ un errore che facciamo anche noi, ed è voluto, nel senso che è il vocabolario semplificato per far capire a un pubblico non esperto di che cosa stiamo parlando.
La realtà però è a monte sia di bollicine che della stessa cavitazione, fenomeno fisico che è maggiormente conosciuto nelle scienze idrauliche o almeno lo era sino a 20 anni fa.
Quando descriviamo il lavaggio ultrasonico, per correttezza, si dovrebbe innanzitutto citare il fenomeno delle onde e delle loro frequenze.
Perché gli ultrasuoni occupano una piccola parte delle onde con frequenze consociute dalla scienza e delal fisica moderna.
Infatti l’intero universo altro non è che un’immensa vibrazione su un’enorme variabile di infinite frequenze con diverso tempo di oscillazione perdiodica e non periodica di cui, gli ultrasuoni e le onde acustiche in generale, occupano una zona d’ampiezza d’onda, nel campo udibile e non udibile del corpo umano.
Raggi X, Uva, infrarossi, raggi gamma possono dare un’idea basilare di quante onde e di quante frequenze già siano conosciute e spesso applicate in molte applicazioni scientifiche.